La  chiesa è stata edificata in adiacenza alla piazza che costituisce il fulcro dell’intera zona. Punto focale è anche la sorgente di acqua minerale che sgorga dal suo lato e che scorre per trecento metri fino al Garigliano. Questa sorgente ha caratterizzato il luogo, qualche storico sostiene che nei suoi pressi sia  perito il Console romano Decio Mure nella battaglia fra Romani ed Ausoni nel 340. La facciata della chiesa, “curva secondo un arco di cerchio, segue l’andamento della strada ed i corpi laterali, costituiti da un portico e dall’Unità di Ministero pastorale chiudono lo spazio esterno, in contrapposizione alla parete rocciosa del lato opposto”. Il progettista ha voluto esprimere in questa sua opera architettonica il senso dell’infinito e del mistero consoni, all‘idea della natura di Dio, e questo, attraverso due soluzioni: la frammentazione dell’involucro e lo studio dell’illuminazione. In evidenza sono posti l’ambone,  la mensa e la sede che segnano con la loro forte presenza lo spazio continuo del presbiterio. Tra il presbiterio e l’aula si inserisce lo spazio segnato dalla vasca del battistero semiavvolta in un setto di vetro translucido. Per la pavimentazione della chiesa è stato usato  il marmo arricchito da inserti di mosaico in vetro. All’esterno la pavimentazione del sagrato e della piazza sono state realizzate in porfido. L’area esterna è stata divisa in tre settori, a sinistra lungo il viale d’accesso ai locali di Ministero Pastorale, è stata predisposta un‘ area ombreggiata per la sosta ed il riposo, di fronte all’ingresso una zona libera per il passaggio, ed infine una terza area destinata all’incontro e allo scambio.