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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
SEPOLCRETO ROMANO A SANT'APOLLINARE
 
Categoria: Beni culturali materiali » Aree Archeologiche

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Sant'Apollinare

L'Area Funeraria

Nel maggio del 1994, durante lo scavo di una trincea per realizzare una nuova conduttura fognante in contrada Puzzelle, è stato parzialmente individuato un sepolcreto di età romana, del quale si è recuperata integra la tomba a cappuccina. La deposizione, contenente lo scheletro accompagnato da corredo, si trovava ad una profondità di m 1,30 ed era orientata est-ovest, con la testa ad ovest. L’area funeraria, utilizzata verosimilmente dalla popolazione rurale del circondario, gravitava su un’importante via extraurbana di collegamento tra la colonia di Interamna Lirenas (presso Pignataro) e la zona termale di Aquae Vescinae (presso Suio).
Lo scheletro, rinvenuto in connessione anatomica, si presenta in buono stato di conservazione grazie alla bassa acidità del terreno con cui è venuto a contatto. È riferibile ad un individuo maschile di età compresa trai 25 e 35 anni.
Il piano pavimentale su cui è stata distesa la salma è formato da una fila di tre tegole trapezoidali in terracotta color arancio-rosato. Quelle contenenti il maggior ingombro del corpo (dalle spalle alla zona pelvica) risultano accostate lungo la base maggiore, l’altra, sulla quale sono le gambe, è unita alle precedenti tramite la base minore, evidentemente per un migliore utilizzo delle strette superfici trapezoidali. La copertura a doppio spiovente è costituita sempre da tegole, poggianti sulla base maggiore e con i listelli rivolti all’estero, secondo una disposizione tipica del tetto d’impianto tradizionale. La cresta della cappuccina è stata ulteriormente protetta da coppi in terracotta arancione, quasi ad assicurare al corpo del defunto una maggiore protezione. Le tegole, di fabbricazione locale, hanno ricevuto sulla faccia superiore alcuni bolli d’officina anepigrafi (signa), tracciati con le dita dall’operaio prima dell’essiccazione. Questa, che secondo Vitruvio (De architectura, II, 3, 2) doveva avvenire in inverno o autunno per evitare screpolature sull’argilla, fu seguita dopo la formatura direttamente sulla terra, come indica la superficie scabra nella faccia inferiore delle tegole. È curioso notare che durante tale procedura, come spesso capitava, un animale ha lasciato l’impronta della zampa sull’argilla ancora fresca.