TURISMO
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Arredo funerario
Con la salma sono stati deposti tre oggetti di corredo - una moneta, una lucerna ed un vaso – aventi tutti uno specifico valore rituale e simbolico. La moneta di bronzo, in particolare, costituisce anche un terminus post quem per la datazione della sepoltura. Si tratta di un asse di Antonino Pio emesso dalla zecca di Roma nel 153-154 d.C.: sul dritto figura la testa laureata dell’imperatore con la sua titolatura, mentre sul rovescio è rappresentata frontalmente la personificazione dell’Annona che poggia la mano destra su un modio con spighe, tiene un ramo nella sinistra ed ha ai piedi un cesto di frutti. Non essendo noto il punto preciso dove fu collegata, la moneta può avere avuto sia il significato specifico di obolo offerto a Caronte che semplice valore allusivo al patrimonio posseduto in vita. La Lucerna, in argilla depurata di colore rosa, presenta spalla convessa con beccuccio tondeggiante ed ansa forata; nonostante la superficie sia molto abrasa, è ancora visibile sulle spalle una decorazione con tre file di globetti. (la lucerna realizzata a matrice con argilla depurata, presenta corpo allungato, becco arrotondato, ansa ad anello, base leggermente rilevata ed ampie spalle con canale poco profondo tra il disco ed il foro per lo stoppino; tre file di puntini in rilievo decorano le spalle.) L’oggetto avrebbe dovuto, simbolicamente, rischiarare il cammino del defunto verso l’oltretomba, alludendo anche alla luce della sua nuova vita. L’impiego di lucerne a scopo funerario divenne assai diffuso a partire dalla metà del II sec. d.C. Il vaso, recuperato parzialmente ed in stato frammentario, è riconducibile ad una brocchetta monoansata con corpo globulare, basso piede ed ansa a nastro scanalata, in argillla color arancio poco depurata. L’estrema frammentarietà può derivare non solo dal crollo delle tegole di copertura, ma anche da una sua rottura intenzionale procurata nell’ambito dell’ultima libagione offerta al defunto, allo scopo di annullarne definitivamente la funzionalità.