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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE A CASTLENUOVO PARANO
 
Categoria: Beni culturali materiali » Chiese

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Castelnuovo Parano

Gli Affreschi

8829.jpgCristo in Gloria (abside) secolo XIV (seconda metà)


Nella calotta absidale è raffigurato Cristo benedicente in gloria tra quattro figure angeliche. Ispirato forse all'affresco che, come vedremo, gli preesisteva nella decorazione precedente, il Cristo troneggia entro la mandorla, simbolo della sua natura divina, tra angeli che lo trasportano in cielo secondo un'iconografia derivata da quella dell' Ascensione. Lunghi capelli ondulati e nimbo crucesignato circondano la testa che, per dimensioni e lineamenti marcati, s'impone sul resto meno monumentale della figura. L'affresco, opera di mediocre qualità, presenta una composizione essenziale con una gamma cromatica povera e priva di motivi decorativi.

 

 

Santo vescovo, santo monaco, Sant’Antonio Abate , San Giacomo (abside) secolo XIV ( seconda metà)
Al di sotto della calotta absidale troviamo una serie di affreschi di santi, parzialmente distrutti dalla lancetta che venne successivamente aperta al centro dell’abside. Per questo motivo è particolarmente difficile il riconoscimento delle figure qui rappresentate. Nel primo santo da sinistra si può riconoscere un vescovo, con barba e capelli bianchi, mitra sul capo e pallio vescovile sulle spalle. Poiché l’iscrizione con il suo nome, un tempo dipinta ai lati della testa, è oggi completamente perduta, possiamo solo supporre, sulla base delle sue sembianze, che si tratti di San Nicola Vescovo, santo assai popolare e ricorrente nelle pitture della zona. La figura successiva rappresenta un monaco eremita con lunga barba e semplice tunica, le cui sembianze sono pressoché identiche a quelle del santo raffigurato al di là della monofora vicino al quale, sul lato destro, si leggono ancora le lettere AN, iniziali di Antonio. Non stupirebbe che la figura di questo Santo, al quale era dedicata la Chiesa, fosse stata ripetuta per due volte a distanza ravvicinata. Ultimo sulla destra è, infine, l’apostolo Giacomo ( a lato del quale si legge ancora parte del nome), fratello di Giovanni, uno dei primi a diventare discepolo di Gesù. Generalmente distinto dall’appellativo “maggiore” per differenziarlo da Giacomo minore, figlio di Maria di Cleofa, è qui raffigurato nelle sembianze di pellegrino secondo un’iconografia assai diffusa, specialmente a partire dal XII secolo.  Benché la figura sia in gran parte perduta nella parte inferiore, è ancora chiara la presenza del mantello scuro al di sopra di una veste scollata bordata da un gallone, il largo copricapo e il bordone con manico a doppio nodo. Nella mano sinistra reca invece il libro tipico attributo dell’apostolo.

 

 

Cristo in maestà tra due arcangeli; Vergine e teoria di apostoli ( abside) Secolo XIII (inizio)

La preziosa veste e i calzari rossi che affiorano sotto la figura di Sant’Antonio, a destra della finestra absidale, sembrando quasi, ad un occhio distratto, il proseguimento della tunica del santo, e invece appartengono allo strato più antico di affreschi che decorava l’abside. Si tratta, infatti, della veste e dei piedi di uno dei due arcangeli che in una composizione romanica erano a guardia del trono della Maiestas Domini . Del trono sopravvivono parte dei montanti diademati e il panneggio bianco che copriva le seduta, davanti alla quale sono ancora visibili i piedi del Redentore. Nello zoccolo dell’abside, infine, al di sotto di una cornice a bande rosse e blu si trova il gruppo dei dodici apostoli che fa ala alla figura centrale della Vergine. Questa, innalzata su un gradino, quasi fosse su un piedistallo, è purtroppo attraversata da una grossa lacuna che cancella completamente la parte centrale della figura. Si conservano comunque gli occhi e la parte superiore della testa, avvolta nella cuffia rossa e nel maphorion blu , e , in basso, la veste rossa che ricade abbondante  nascondendo i piedi .  Nella condizione attuale non è possibile comprendere la posizione delle braccia, che verosimilmente dovevano essere raffigurate aperte nell’atteggiamento  dell’orante. Gli apostoli sono in numero di sei per lato, ma di alcuni di essi rimane solo qualche piccola traccia, e non vi sono attributi tali da poterli identificare, fatti accezione per i santi Pietro e Paolo rappresentati , rispettivamente , a destra e sinistra della Vergine, nel loro aspetto convenzionale.
L’autore degli affreschi di Castelnuovo Parano doveva possedere una buona tecnica pittorica; egli rivela la sua maestria nella resa dei panneggi, percorsi da rivoli di luce e da mille pieghe ricadenti negli orli serpentinati,  nel concerto armonico di colori che sulla base del bianco delle tuniche si compone dei toni del verde, del rosso e del giallo .
Concludono la composizione, in basso, un finto tendaggio color ocra e, ai lati, due colonnine tortili dipinte.

 

 

Due Santi ( parete sinistra)Secolo XIII (inizio)
Il ciclo decorativo proseguiva sulle navate della chiesa con un santorale di carattere devozionale. A seguito delle puliture del recente restauro, la parete sinistra ha restituito un pannello con le figure dei due santi, di uno dei quali oggi è distinguibile solo la parte inferiore della veste. L'immagine meglio conservata è del tutto analoga alle figure degli apostoli dell'abside, con le quali condivide la tipologia del volto.

 

 

San Giacomo (parete sinistra) secolo XIV
Nel pannello successivo, allontanandosi dall’abside,affiora la figura appartenente ad una fase più tarda, in cui si riconosce San Giacomo, anche questa volta in vesti da pellegrino con cappello a larghe falde dove è appesa la conchiglia di Compostela. In una parte del’affresco si scorge forse la parte inferiore di un gruppo con Madonna e due Santi.

 

 

Un martire e una martire ( parete destra) secolo XII(inizio)
Gli affreschi della parete destra riprendono la decorazione absidale con le immagini di un santo e una santa, il primo a figura intera, la seconda a mezzo busto per la presenza di una nicchia nel tratto di muro sottostante. Il panneggio abbondante è percorso da numerose pieghe e da una fitta rete di filamenti numerosi. Il santo di sinistra indossa una lunga veste e un manto che ascia scoperto il braccio destro; con la mano destra regge l’asta di una crocetta o un piccolo rotolo; con la mano sinistra mostra una corona. La figura di destra, che la circolarità delle due pieghe sul petto indica essere una donna, veste una ricca tunica di tradizione bizantina con collare e patagio (striscia verticale centrale) gemmati e ricamati, segni indubbi del suo alto rango, suggerito anche dalla corona che porta sul capo. Se ancora è possibile distinguere il gesto benedicente della mano destra, è assai difficoltosa l’identificazione dell’oggetto recato nella sinistra. Si tratta forse di due santi martiri, uno di estrazione militare, l’altra di origini regali.

 

 

Figure offerenti ( parete destra) secolo XIII (inizio)
Il passaggio verso la navata destra, in epoca successiva, distrusse quasi completamente una composizione che non aveva forse un carattere esclusivamente iconico devozionale. Attualmente è possibile distinguere quattro piccole figure disposte in progressione una dietro l’altra,coperte da ampi mantelli, che sembrano levare le braccia velate verso l’alto, forse verso una figura centrale di cui ormai non rimane quasi nulla.

 

 

Santo monaco (parete destra ) secolo XIII (inizio)
Il santo monaco raffigurato nel primo pannello, oltre l’interruzione della porta,doveva appartenere allo stesso santorale della figura precedente. Sebbene gravemente deteriorata, la figura conserva parzialmente il volto scavato e rugoso incorniciato da barba e capelli canuti e la collana monacale che scende a coprire una veste bianca. I grandi occhi, che marcati dal duplice tratto nero e rosso delle palpebre e infossati nelle orbite scure,conferiscono al santo uno sguardo penetrante e un aspetto severo ed ascetico.

 

 

San Leonardo (parete destra) secolo XIII (inizio)
Al di là di una seconda interruzione del tessuto pittorico,causata dalla presenza di una nicchia, ora tamponata, è dipinta una terza figura di santo. La presenza delle catene che, rette dalla mano destra, scendono lungo il fianco, permettono di identificarla con San Leonardo. Eremita vissuto nel Limosino tra il VI e X secolo, rifiutandosi di perseguire la carriera militare, divenne discepolo di San Remigo insieme al quale ottenne di poter chiedere la liberazione dei prigionieri che avrebbe incontrato. I reclusi liberati vedevano miracolosamente le catene spezzarsi. La raffigurazione del Santo nella chiesetta presenta un abbigliamento singolare, più militare che religioso, costituito da un manto rossastro appoggiato sulle spalle e ricadente per un lembo sul davanti e da una veste verde acqua stretta in vita e decorata da un pettorale gemmato e da polsi rabescati. La mano destra stringe le catene, mentre la sinistra, velata dal manto, reca un prezioso libro con legatura dorata e gemme incastonate.

 

 

Madonna col Bambino tra Santa Caterina d’Alessandria e Santa Maria Maddalena (parete destra)     secolo XIV (seconda metà)
Segue un lungo pannello dipinto su uno strato pittorico tardo trecentesco, evidentemente sovrapposto alla decorazione precedente. Esso presenta Maria seduta in trono e avvolta in un manto rosso, che reca un cartiglio con la mano destra e sorregge con la sinistra il Bambino raffigurato in posizione frontale e stante. La accompagnano due sante. A sinistra è raffigurata Caterina, la santa di nobili origini nata ad Alessandria d’Egitto, perseguitata da Massenzio poiché professava la fede cristiana. Avendo  convertito la stessa regina, gradi retori e filosofi, venne torturata e quindi sottoposta al supplizio delle ruote appuntite le quali però, spezzatesi per intervento del Signore, fecero massacro dei pagani. Subì, infine, il martirio della decapitazione, in seguito al quale le sue spoglie vennero trasportate in volo dagli angeli sulla cima del Sinai, dove tradizionalmente si trova la sua tomba. Gli attributi che convenzionalmente le sono rifetiti sono la corona, simbolo della nascita regale, il libro, segno della saggezza, e gli strumenti del martirio, la ruota dentata e la spada della decollazione.
A destra della Madonna è dipinta la figura sbiadita di una santa, molto probabilmente Maria Maddalena. Indossa una veste rossa e manto giallo, è circondata da un alone dorato, si intravedono lunghi capelli biondi e reca con entrambe le mani un oggetto in cui si può riconoscere la pisside dei balasami.

 

 

Sant’Antonio Abate ( parete destra) secolo XIV (seconda metà) 
Accanto alla Maddalena, nel pannello successivo, segue la figura di sant’Antonio. È raffigurato con naso pronunciato, occhi allungati, evidenti orecchie a sventola e lunga barba bianca. Nonostante il deperimento dell’affresco, si possono acora distinguere il mantello con il cappuccio,, il libro nella mano sinistra e la figura di un maialino, rozzamente dipinto ai piedi del santo. Nella parte inferiore sinistra del riquadro è visibile, inoltre, una grossa lacuna dove affiora lo strato sottostante di intonaco. Esso mostra ancora tracce di affresco raffiguranti una ricca veste, appartenuta ad una figura frontale( forse la casula e la stola di un vescovo), che presenta le caratteristiche pieghe e i colori più volte riscontrati nei santi del ciclo del XIII secolo.

 

 

Santo (parete destra) secolo XIII (inizio)
Conclude la decorazione della parete una figura di santo che per dimensioni si distingue tra tutti gli altri, raggiungendo un’altezza di quasi tre metri. La monumentale figura è in posizione frontale e benedice con la mano destra. Indossa una veste rossa stretta in vita, con maniche cilestrine bordate e un manto ricadente alla spalla sinistra impreziosito da piccoli motivi di perline a gruppi di tre. La veste è definita da sottilissime lumeggia ture bianche e l’incarnato del volto e della mano benedicente è reso con uno straordinario effetto di sfumato e, al tempo stesso, di superficie levigata quasi fosse marmo. Gli occhi grandi e distanti nelle orbite che sembrano scolpite guardano fissi in lontananza, il naso lungo e leggermente adunco termina ai lati nelle due fosse rappresentate da due piccoli orbicoli. La capigliatura a calotta castano-rossiccia scende appena sul collo e si distacca, con effetto decorativo, dalla sottostante aureola giallo ocra. L’identificazione del santo rimane oscura; le sue dimensioni farebbero pensare alla figura di San Cristoforo.

 

 

Deesis (cristo tra la Vergine e il Battista) (absidiola sinistra) secolo XIV (fine)
Qui troviamo la figura di Cristo benedicente in trono tra la Vergine e Giovanni Battista, entrambi raffigurati con le braccia incrociate sul petto in atteggiamento di preghiera;al di sopra di essi, in un campo stellato, è dipinto l’Agnello con lo stendardo della Resurrezione. Probabilmente il tutto rappresenterebbe il Giudizio Finale. Giovanni Battista non è raffigurato con le rozze pelli da eremita, ma indossa il mantello rosso simbolo del martirio. Al centro siede Cristo Giudice sullo sfondo di un drappo rosso, nell’atto di benedire con la mano sinistra, mentre con la destra tiene aperto il libro delle Scritture. Il suo volto è imperscrutabile e, come quello delle altre figure, ha incarnato grigio. Forti lumeggia ture e profonde ombre definiscono i lineamenti affilati, ma al tempo stesso i visi sono a modellato pieno. L’affresco è opera di un pittore forse di ambito napoletano, ma certamente informato del linguaggio pittorico del Trecento toscano e centroitaliano.

 

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San Lorenzo (absidiola destra) secolo XIV (fine)
Questa absidiola presenta la figura di San Lorenzo entro una cornice a finto intarsio cosmatesco. Il santo è raffigurato ancora secondo la maniera bizantina, frontale e statico, in una preziosa dalmatica intessuta di gemme. Primo diacono di Roma al tempo di Sisto II, ricevette dal papa, condannato al martirio, il compito di custodire il tesoro della Chiesa. Lorenzo vendette il tesoro e distribuì il ricavato ai poveri della città, presentati come autentici tesori della Chiesa di Cristo. L’affronto venne punito col supplizio della graticola. Il santo viene comunemente raffigurato con la graticola del martirio sotto i piedi, recando a volte nella mano la croce astile che, in qualità di diacono, aveva il compito di portare durante le processioni.