Canali d'accesso. Menu Canali d'accesso terminato.

Ultime news

INFORMAZIONE | 06/01/2023:
Alta Formazione finanziata da Torno Subito
INFORMAZIONE | 14/12/2022:
Nasce la DMO Terra dei Cammini ETS
INFORMAZIONE | 12/12/2022:
Avviso Regione Lazio per Fiere 2023
INFORMAZIONE | 09/12/2022:
La DMO Terra dei Cammini viene finanziata
INFORMAZIONE | 02/02/2022:
Avviso Destination Management Organization

Cerca



Sei in: Home » Cultura » Scheda cultura » Pagina web

TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
CAPPELLA DEL RIPOSO DELLA MADONNA DEL PIANO A CASTELNUOVO PARANO (FR)
 
Categoria: Beni culturali materiali » Chiese

Località interessate

Provincia di Frosinone visualizza / nascondi tutte le località
Castelnuovo Parano

La Madonna del Piano e la sua leggendaria storia

4823.jpgSi racconta che, il 23 Aprile del 1100, una fanciulla di nome Remingarda, pastorella deforme nel corpo, ma bella e candida nell’anima, custodiva il suo gregge nei pressi di Ausonia.

 

Qui esisteva un lago, dice la tradizione, ma probabilmente un piccolo stagno, dove venivano infanticidi ad opera di donne che soffocavano nel limo il frutto delle loro colpe. In questo luogo la Vergine SS. volle dare un segno della Sua materna protezione. Improvvisamente, come lucente stella che attraversa il cielo lasciando dietro di sé una scia luminosa, la Vergine SS. le apparve con aria assai mesta. La giovinetta, abbagliata dall’eccessivo splendore e maestà della Regina la toccò con mano e, chiamandola per nome, la ridestò. Poi si involò subito alla sua vista. Remingarda, riavutasi, girò gli occhi intorno per godere della visione della bellissima Signora, ma rattristò quando non vide più nulla dell’apparizione. Non avrebbe quasi voluto credere ai suoi occhi, ma sembrandole cattiva cosa dubitare di un fatto che era stato causa anche della sua guarigione, si gettò in ginocchio e, con nuovo furore, pregò la Vergine SS. affinché,  per tranquillizzarla, si degnasse di riapparirle. La sua preghiera venne esaudita. La Vergine ricomparve e le disse : “Remingarda, corri in patria. Annunzia al popolo della tua terra che io sono venuta in questo luogo per patrocinare la loro causa presso il trono di Dio, assai sdegnato per la loro vita traviata. Cessino essi di oltraggiare il Figli mio ed, in prova del loro ravvedimento, innalzino in questo luogo in onor mio, un tempio, come lo troveranno disegnato e nel quale potranno esperimentare l’efficacia del mio patrocinio.” La fanciulla rassicurata che la sua parola sarebbe stata accolta, andò a portare la lieta novella ai sacerdoti che, attoniti, ascoltarono il suo racconto. Quello che più li convinse e li rassicurò della verità fu la guarigione della ragazza, che essi conoscevano storpia e deforme. Il giorno dopo, con grande solennità, il vescovo e i sacerdoti accorsero sul luogo del miracolo e anche a loro la Vergine si svelò. Non più dubbi quindi, non più certezze. Si riconobbe come vero il racconto della pastorella e si ritenne necessario tradurre in atto la volontà della Celeste Regina.

 

Intanto i cittadini di Castro dei Volsci, recatisi come di consueto nella riuscita cappella del Piano, notarono con stupore la sparizione del simulacro della Madonna. Ignari, si diedero a ricercarlo con affanno anche nei paesi vicini. Giunsero così presso Ausonia e trovarono, nella chiesa sorta da poco, l’immagine benedetta. Non si pensò più a ricercare l’autore del furto. La Sacra Immagine venne ripresa e portata processionalmente alla cappella del Piano. Pensando che essa potesse ancora involarsi, decisero di guardarla anche di notte e di custodirla. Al mattino seguente, però, la sorpresa fu molto grande: la Madonnina non sorrideva più nella sua nicchia; era sparita di nuovo. Gli abitanti tornarono presso Ausonia e la ritrovarono nella chiesa allo stesso posto di prima. Stupefatti, ma non avviliti, essi presero il venerato peso e in solenne processione si incamminarono verso Castro.  Dopo una giornata di cammino entrarono nel territorio castrese  ma, giunti ad un paio di chilometri dalla cappella precisamente nel punto detto “Colle Nuovo”, dove ora sorge una nicchia ricordo, improvvisamente il cielo si scoprì di nuvoloni e una violenta pioggia temporalesca si scatenò. Quella buona gente si tolse i mantelli e coprì, come meglio potè, l’immagine benedetta. Quando la pioggia cessò, i portatori si avvicinarono per scoprirla e riprendere il cammino, ma, tolti i mantelli che l’avvolgevano, non rinvennero più il simulacro della Madonna. Anziché proseguire, ripresero allora la via di Ausonia e la ritrovarono al solito posto. Convinti allora che questa era la volontà divina, non tentarono più di riportarla a Castro. Un’altra tradizione narra che i Castresi tentarono una terza volta di riportarla a Castro ma, a pochi metri dal Santuario di Ausonia la stessa divenne talmente pesante che i devoti di Castro dovettero finalmente desistere dal loro proposito. Per tali avvenimenti soprannaturali, gli abitanti di Castro e di Ausonia usarono chiamarsi, da allora in poi, fratelli, perché veramente affratellati da comune predilezione celeste.

 

La tradizione narra anche che, arrivata a Sant’Antonio Abate ( in Castelnuovo Parano), la Madonna volle fermarsi;  qui c’era una pietra, si sedette e riposò, appoggiando i piedi su un altro masso. Sul primo macigno rimase miracolosamente impressa la sua Persona.