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La battaglia di Esperia
Nel gennaio del 1944 di fronte alla linea Gustav, che si estendeva dal Tirreno all' Adriatico, gli alleati certamente non pensavano che la celere avanzata verso Roma si sarebbe trasformata in una logorante e sanguinosa guerra di posizione.
Nei seguenti mesi invernali, infatti, il generale Harold Alexander, comandante in capo delle forze alleate in Italia, si ostinò ad attaccare frontalmente le difese tedesche nel settore di Cassino riuscendo a perdere nell’arco di tre distinte battaglie, che comportarono anche la distruzione della storica abbazia, oltre 60.000 uomini.
A fronte di questi evidenti insuccessi, nello studio tattico di quella che doveva essere la quarta ed ultima Battaglia per Cassino e che portò all’occupazione angloamericana di Roma, il generale Alexander decise di tentare una manovra di aggiramento delle difese tedesche. L'attacco si doveva sviluppare attraverso i monti Aurunici, partendo da Castelforte, passando per Ausonia e monte Petrella per arrivare ad Esperia e raggiungere l'obiettivo finale: il paese di Pontecorvo e la via Casilina. Si sarebbe ottenuto così l’Aggiramento dei difensori di Montecassino.
A svolgere questo difficile e delicato compito furono chiamate le truppe del "Corps expeditionnaire Français" (C.E.F.) agli ordini del generale Alphonse Juin.
Un vento di una follia devastatrice si solleva su tutti, militari e civili, accumunati nello stesso sacrificio sui monti Aurunci: migliaia di uomini del Corpo di Spedizione Francese avanzarono verso Monte Petrella e Monte Revole, ritenuti da Kesselring, in primo momento inaccessibili, impraticabili. L'importanza dell'occupazione di Esperia era davvero enorme perche avrebbe assicurato senza alcun dubbio la caduta di Cassino e di Montecassino, secondo il piano Juin. Prima della conclusione della battaglia, mentre continuavano i preparativi per lo scontro finale, si profilavano per la popolazione rifugiata sui Monti Aurunci altre sofferenze. Tra la notte del 16 e 17 le truppe tedsche concentrarono davanti ad Esperia, in particolare nelle zone di Pisciandrone, della strada provinciale a sud del cimitero, i loro sforzi di sbarramento e di interdizione. L'azione tedesca riuscì a contenere la pressione algerina e a coprire la ritirata del grosso delle truppe verso Monticelli, sotto il martellante fuoco dell'artiglieria, iniziato verso le ore 21. Fu terribile quella notte! Numerosi automezzi tedeschi furono accatastati e distrutti sulla strada che da Esperia Inferiore porta a Monticelli. L' eroica resistenza, che il Gruppo di combattimento del Colonnello Heinrich Baron Von Behr opponeva da tre giorni, in condizioni estremamente difficili, fu eliminata dalla schiacciante superiorità degli Algerini. Alle ore 12 del 17 maggio la bandiera francese sventolò sulla torre quadrata del castello normanno di Esperia. Alla fine della battaglia caddero nelle mani degli alleati 400 prigionieri che erano nel centro abitato.