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Lo stupro di massa: crimine contro l'umanita'
Le terribili violenze che hanno vissuto le donne esperiane nel 1944 non sono stete un fatto isolato. Durante i conflitti armati le violenze sessuali sono perpetrate frequentemente verso donne e bambini da parte di civili allo sbando o truppe nemiche, ma anche di alleati e compagni d'armi.
Scoprire che lo stupro è un' arma per umiliare, dominare, installare paura, cacciare o obbligare a cambiare casa i membri di una comunità o di un gruppo etnico potrebbe suonare superfluo, se non irridente. Di fatto nei conflitti più recenti, dalla ex-Jugoslavia, passando per il Rwanda, la Sierra Leone, la Liberia, la Colombia, il Perù, per arrivare all'Iraq e all'Afganistan, la violenza su donne e bambine è stata usata sistematicamente come vero e proprio strumento di terrore. Un' abitudine, quella dello stupro di guerra, tutt'altro che tramontata.
Il 21 giugno 2008 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità la Risoluzione 1820 in cui dichiara lo stupro di massa un crimine contro l'umanità. Tale iniziativa portata avanti da circa trenta Paesi, tra cui L'Italia, non solo serve a portare davanti ai tribunali internazionali i responsabili delle violenze di massa perpetrate in tempo di guerra, ma è anche il riconoscimento doveroso per tutte quelle vittime che fino ad oggi erano quasi costrette a nascondere il torto subito.