TURISMO
Informazioni culturali del territorio
2013-05-18
Popolazione trebana

POPOLAZIONE TREBANA
Malgrado il soffio di modernità penetrato nell’ambiente, a Trevi è ancora profondo in molti l’attaccamento agli usi, ai costumi e alle tradizioni del passato. Il tenore di vita è semplice, specialmente per i pochi ormai che si dedicano al lavoro dei campi o al pascolo dei greggi.
Al mattino, nelle ore antelucane, odi lo scorrere dei loro passi frettolosi e lo scalpitare dei muli diretti alla montagna; a sera è lo stesso spettacolo, ma il loro avanzare lento e stanco, è verso il paese. Risalgono la dura china dopo una laboriosa giornata, sognando solo il calore della famiglia.
Tuttavia nello sguardo della gente traspare un senso di naturale bontà; i più oggi prendono la via della città, alla ricerca di lavori più redditizzi. C’è chi parte il lunedi per rivedere soltanto al sabato la famiglia; c’è invece chi si sobbarca al sacrificio di un viaggio quotidiano per raggiungere il posto di lavoro. Per gli uni e per gli altri il ritorno però è sacro, come è sacra la terra che li ha generati e che custodisce le loro cose care, cui sono gelosamente legati.
Nelle notti profonde puoi ancora udire il canto del gallo che annuncia il giorno, o il mormorio del fiume che scorre; il movimento per le strade del paese non è molto, specie nei giorni di lavoro. Tutto fa pensare cha e Trevi il tempo fluisce con lo stesso ritmo del passato.
Fatta eccezione di alcuni palazzi antichi, le case in genere non sono molto grandi, le più sono accatastate e si susseguono le une alle altre, creando a volte una simpatica sovrapposizione di tetti.
Nelle giornate fredde quando c’è il sole la gente si scalda sulla porta delle case e parlotta; le donne, le più anziane, vestono senza eccezione di nero, portano mantelline nere, lunghe sottane, grossi scialli, scarpe e calze nere. Le ragazze portano roba più colorata, vestendo più moderatamente con pantaloni e minigonne. Degli uomini colpiscono gli occhi, talvolta fieri, talvolta vitrei nei quali è impossibile guardare dentro.
C’è a sera una strana animazione di bambini, specie sul sagrato della chiesa, e di tanto in tanto, al mutar di stagione il richiamo di qualche altoparlante, che urla a perdi fiato e invita a comprare merci. Allora è un correre di donne, che guardano e palpano e ripalpano la merce prima di acquistarla.
Contemporaneamente incontri lungo l’Aniene il pastore che osserva il gregge che beve al fiume, o la donna che risciacqua il bucato e l’uomo che torna con la zappa sulla spalla, mentre i camini in cima al paese cominciano a fumare; allora è il momento di poter capire la bellezza dura, aspra e maschia del paesaggio trebano, apparentemnte soffcato da desolazione e solitudine, ricco invece di vita.