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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
POPOLO DEGLI AURUNCI
 
Categoria: Beni culturali immateriali » Gli antichi popoli italici

Località interessate

Provincia di Latina visualizza / nascondi tutte le località
Spigno Saturnia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Minturno
Provincia di Frosinone visualizza / nascondi tutte le località
San Giorgio a Liri, Vallemaio, Sant'Apollinare

Ausona

La tradizione vuole che il nome della città derivi da Ausone figlio di Ulisse e di Calipso. Per alcuni studiosi la città era posizionata nella valle dell’Ausente , nel sito dell’antico villaggio di Ceracoli ( spopolatosi nel 1600) dove sono stati rinvenuti dei reperti archeologici che però attualmente risultano spariti. Anche un nuovo centro, sorto dopo la distruzione delle tre città nel 314 a. C. da parte dei romani non ebbe molta fortuna quanto a sviluppo e prosperità infatti rimaneva anche’esso al di fuori della direttrice dell’Appia e probabilmente ridotto a villaggio sopravvisse fino alla caduta dell’impero quando gli abitanti per sfuggire alle invasioni barbariche si rifugiarono sulle colline vicine in località Le Fratte. L’altro centro urbano che insieme alle Fratte rivendica di essere sul sito dell’antica Ausona è Coreno Ausonio. Il toponimo Coreno potrebbe derivare dal greco che significa  terra del vino , oppure da Korine(m) , parola collegata alla mitica clava di Ercole. In questo caso il toponimo si riferirebbe ad un tempio dedicato al semidio situato non lontano dal paese. L’antica città di Ausona non poteva che essere ubicata nella vallata del torrente Ausente, grosso rivolo che scarica nel fiume Garigliano le acque piovane provenienti dai retrostanti monti Aurunci, occupando sia i terreni adiacenti   sia le limitrofe contrade, attualmente designate dai toponimi locali di Cerri Aprano, La Ferrara, Ceracoli. Solo attribuendo tale collocazione alla città si riesce a dare un senso al racconto di Tito Livio. Bisogna aggiungere che la ipotizzata posizione di Ausona nella vallata dell’Ausente è anche deducibile dal detto toponimo “Ausente” e da quello di “Ausentiello” che si sono tramandati attraverso i secoli e sono ancora in uso presso le popolazioni locali nella loro memoria storica. Va ancora aggiunta la circostanza del rinvenimento, nella zona, di alcuni reperti archeologici. Come nel caso della consorella Vescia, non fu ricostruita, dato che con la costruzione dell’Appia è rimasta fuori dalle vie di comunicazioni e ha avuto solo il ruolo di luogo secondario di passaggio per quelli che dalla via Appia si recavano ai centri interni verso Cassino. Nel medioevo, a causa delle invasioni barbariche, gli abitanti si sono rifugiati sulle colline retrostanti, sulle “fratte” ( forse così designate dal latino “fractae” e cioè piante spezzate o forse perché offrivano buoni nascondigli per scampare alle stragi). Tale locuzione ha poi dato il nome al “pagus” diventato così “Le Fratte”, come analogamente avvenuto per Minturno, diventato “Traetto”.