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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
POPOLO DEGLI AURUNCI
 
Categoria: Beni culturali immateriali » Gli antichi popoli italici

Località interessate

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Spigno Saturnia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Minturno
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San Giorgio a Liri, Vallemaio, Sant'Apollinare

Sinuessa

I resti della più meridionale colonia marittima romana sono stati identificati a circa quattro chilometri dall’attuale Mondragone e le viene assegnato un territorio che si estendeva fino alla parte meridionale di Baia Domizia. Il toponimo e le fonti ne indicano una presenza molto più antica. Il nome è formato da una prima parte greca “sin” e una di origine ligure tirrenica ouessa in cui si riconosce Vescia, quindi significherebbe “ il seno di Vescia” o “il seno che risplende”.
Plinio e Tito Livio, seguendo fonti precedenti, raccontano che la città era originariamente la greca Sinope poi chiamata Sinuessa dai coloni romani. Secondo il Tommasino questo doppio nome ( Sinope-Sinuessa) sarebbe derivato da qualche trasposizione, in forma ellenizzata del nome della città ( Sinobs- Sinobe), dovuta a scrittori greci, mentre in età romana il nome sarebbe stato messo in relazione con la città di Vescia. Dopo la famosa distruzione delle tre città Aurunche, Sinuessa assunse una notevole importanza, in quanto i Romani vi dedussero una colonia (296 a.C.) al fine di controllare il “Saltus Vescinus”, cioè quel passo che univa il Lazio Aggiunto e la Campania evitando il Massico pur rimanendo vicino alla costa. Seguì un periodo di prosperità, tanto che nel suo territorio si installarono numerose ville romane tra cui alcune della famiglia imperiale Giulio - Claudia. Successivamente, sotto Domiziano, venne costruita una comoda strada di collegamento, la Domiziana, tra Puteoli (Pozzuoli) porto di notevole importanza e la via Appia, che attraversava appunto la città. Resti visibili sono oggi le mura poligonali del III secolo a. c., l’acquedotto, le terme, il porto sommerso, l’anfiteatro.