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OLIVO DI CANNETO A FARA IN SABINA
 
Categoria: Beni culturali immateriali » Ambienti naturalistici

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Fara in Sabina

L'olivo cresce a Canneto, nella tenuta dei fratelli Bertini, ed è considerato uno degli alberi più antichi d'Europa.
Una leggenda narra che la pianta venne piantata dal re di Roma Numa Pompilio; anche se appare assai improbabile che la sua età risalga a quel periodo. L'età dell'olivo è stata spesso oggetto di discussione tra i dendrocronologi: la stima più attendibile sembra datare la pianta ad un millennio circa d'età, e farne risalire l'installazione alla prima grande campagna di bonifica delle zone di Canneto, da parte dei monaci benedettini farfensi, i quali avrebbero, intorno all' XI secolo, installato qui un loro presidio avanzato, di cui oggi resta traccia nella struttura della casa Tanteri e nella cappella della Madonna della Neve.

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II grande olivo produce dodici quintali di olive l'anno, nella parte più stretta la sua circonferenza è di m. 5,60, nella parte mediana è di m. 7,20 mentre nella parte bassa del fusto prossima alla ceppaia si apre una cavità che penetra nel tronco svuotandolo all'interno.

Quest'ultima venne prodotta, in tempi lontani, da una vera e propria carie che attaccò l'ulivo, cavità che va restringendosi grazie alla formazione di nuovi tessuti prodotti dal suo meccanismo rigenerativo. Tuttavia è ancora abbastanza grande da fornire un nascondiglio per i bambini che si recano a giocare lì intorno, o per gli animali da cortile che vi razzolano accanto.
All'epoca della guerra, quando la cavità era molto più ampia e si diramava sottoterra, essa venne utilizzata come deposito di bombe e sulle carte militari tedesche l'olivo era segnato come punto di riferimento strategico.