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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
NECROPOLI DI POGGIO SOMMAVILLA A COLLEVECCHIO
 
Categoria: Beni culturali materiali » Area Archeologica

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Collevecchio

Il "Pagus" di Poggio Sommavilla divenne centro di riferimento dell'epoca, favorito soprattutto dalle naturali vie di comunicazione e da una media distanza con Roma (a differenza dei centri sabini dislocati nella parte sud come Cures ed Eretum che da sempre furono impegnati a contrastarne militarmente le mire espansionistiche).

Molti reperti archeologici sono stati trovati nella necropoli e negli insediamenti e ora essi sono conservati nel Museo Civico di Magliano Sabina, nel museo Civico di Rieti, nel Museo Nazionale di Perugia e Firenze, nel Museum Art of Fine di Boston e nel Museo Nazionale di Copenaghen. Da essi si ricava che vi era una vera e propria produzione ceramica locale; erano inoltre presenti intensi scambi culturali, economici e sociali, attraverso il Tevere, con l'area del Latium Vetus, le aree Faliscia, Capenate, Vejana, Etrusca Vulsina Orvietana, Chiusina, attraverso i valichi dei Monti Sabini nell'area della conca Velina e la valle del Tronto, attraverso la Valle del Nera con l'Umbria e con l'area medio adriatica e Picena.

Dopo la conquista militare romana, riconducibile al periodo medio repubblicano, cessa lo stato oligarchico arcaico con l'introduzione dell'area nella tribù Clustumina, vista l'affinità Umbro-Picena dei Sabini. Resiste ancora abbastanza autonomia del "Pagus" di Poggio Sommavilla, si presume che in località Fontanile Madonna del Piano, dove esistono resti di una Torre "Mozza" di origine romana connessa a una costruzione Alto Medievale.

Successivamente sorgono le villae rustiche, con il conseguente sfruttamento imposto delle materie prime e dalle risorse umane, mentre l'articolazione dell'assetto viario esistente e gli approdi al Tevere furono ben presto utilizzati dai romani per veicolare le merci nell'urbe.

I reperti trovati nel territorio sono esposti nei musei civici di Magliano Sabina e Rieti, nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze, nel Museum of Fine Arts di Boston e nel Museo Nazionale di Danimarca a Copenaghen. 

L'area archeologica oggi è ricoperta in attesa di campagna di scavo che la riportino alla luce.