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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
MUSEO DELLA CIVILTA' CONTADINA DI ROVIANO
 
Categoria: Servizi e strutture dei Beni Culturali » Musei

Località interessate


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La Valle dell'Aniene - al cui centro, proprio lì dove il fiume piega il suo crso verso Occidente, sorge, alto su un colle, l'antico e suggestivo nucleo abitativo di Roviano - rappresenta senza dubbio un'area di grande interesse nell'ambito della regione Lazio e, più in generale, del Centro-Sud d'Italia. Cerniera, sul piano antropologico e linguistico, tra la Sabina, l'agro romano, la Ciociaria e la Marsica, e quindi "terra di confine", essa ha però trovato e trova proprio in questa posizione baricentrica uno degli elementi più caratterizzanti, tanto da farlaaritenere un'area complessivamente omogenea, soprattutto nel suo tratto centrale, da Subiaco fin circa a Vicovaro e a Castel Madama.

Già i Romani intuirono la grande importanza strategica di questo cuneo naturale di penetrazione verso Oriente: non a caso, la popolazione italica autoctona, gli Equi, fu l'unica tra quelle dell'Italia antica ad essere decimata, per aver negato alle truppe di Roma, in manovra di accerchiamento contro i Sanniti, il passaggio attraverso i propri territori; e non a caso è da qui, lungo un antichissimo percorso della transumanza proveniente dalla Marsica (rimasto in uso fino a qualche decennio fa), che verrà fatta passare, fra il IV e il III secolo a.C., la via Valeria, prolungamento verso l'Adriatico della più antica Tiburtina. I resti della via, con un tracciato molto simile all'attuale, sono ancora oggi visibili al confine tra i comuni di Roviano e Cineto Romano, lungo l'itinerario naturalistico denominao "Del Monte".9605.jpg

Il nome del museo non deve trarre in inganno. Esso racconta della civiltà contadina, ma raccoglie, in realtà, anche pezzi che non hanno a che fare con i lavori nei campi o con l'allevamento, e che ci riportano alle trasformazioni che hanno investito a più riprese le comunità della Valle: la costruzione, alla fine dell'Ottocento, della ferrovia Roma-Pescara e il lavoro di scavo delle sue gallerie, a cui parteciparono, come minatori, parecchi rovianesi; la successiva riconversione di questi ultimi a muratori e carpentieri, con coneguenti emigrazioni stagionali nei dintorni e soprattutto, a partire dall'immediato dopoguerra, un diffuso pendolarismo verso Roma; la costruzione dell'autostrada Roma-L'Aquila negli anni Settanta, che ha dato nuovo impulso a queste dinamiche. L'attuale allestimento ha riunito le testimonianze relative  a questi aspetti più recenti, ma non meno importanti della cultura popolare rovianese in un'apposita sala, la settima del piano terra, contribuendo a rafforzare l'immagine della valle come "terra di confine", anche se, questa volta, in un senso un po' diverso: l'intreccio è qui, infatti, tra cutlura contadina, pastorale, artigiana e operaia, che non di rado convivono negli stessi individui, secondo modalità ancora in parte da approfondire (ma cfr. Silverstrini 1991, Candeloro 2004, pp. 44-45).

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