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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
MUSEO DELLA CIVILTA' CONTADINA VALLE DELL'ANIENE DI ROVIANO
 
Categoria: Servizi e strutture dei Beni Culturali » Musei

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153.jpgIl Museo di Roviano è una delle maggiori raccolte demoetnoantropoligiche del Lazio, ricca di oltre 2.000 pezzi, di cui 720 inventariati e schedati. E' anche la più antica delle raccolte del Lazio: il museo è stato inaugurato nel 1980, nasce dalla collaborazione di intellettuali locali e ricercatori esterni, dal sostegno degli uffici regionali ed è caratterizzato da una grande varietà e ricchezza di pezzi.

Il museo visibile oggi è sorto, fatto per l'epoca assai raro, grazie alla convergenza di energie nuove e diverse, accademiche e non, tra cui il Comune di Roviano, i giovani della "Consulta giovanile", i cittadini e le scuole di diversi paesi della Valle, la Regione Lazio e il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.

L'interdisciplinarietà, grazie alla quale è nato il museo di oggi, è stata intesa non come una somma di ricerche parallele, nè, all'opposto, come una fusione indistinta di tecniche disciplnari diverse, ma come prodotto di una convergenza teorico metodologica che ha permesso di valorizzare la specificità degli ambiti disciplinari e di riuscire a rappresentare la realtà nella sua complessità.

Il nome del museo non deve trarre in inganno. Esso racconta della civiltà contadina, ma raccoglie, in realtà, anche pezzi che non hanno a che fare con i lavori nei campi o con l'allevamento, e che ci riportano alle trasformazioni che hanno investito a più riprese le comunità della Valle: la costruzione, alla fine dell'Ottocento, della ferrovia Roma-Pescara e il lavoro di scavo delle sue gallerie, a cui parteciparono, come minatori, parecchi rovianesi; la successiva riconversione di questi ultimi a muratori e carpentieri, con conseguenti emigrazioni stagionali nei dintorni e soprattutto, a partire dall'immediato dopoguerra, un diffuso pendolarismo verso Roma; la costruzione dell'autostrada Roma-L'Aquila negli anni Settanta, che ha dato nuovo impulso a queste dinamiche. L'attuale allestimento ha riunito le testimonianze relative a questi aspetti più recenti, ma non meno importanti della cultura popolare rovianese in un'apposita sala, la settima del piano terra, contribuendo a rafforzare l'immagine della valle come "terra di confine", anche se, questa volta, in un senso un po' diverso: l'intreccio è qui, infatti, tra cutlura contadina, pastorale, artigiana e operaia, che non di rado convivono negli stessi individui, secondo modalità ancora in parte da approfondire.

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