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TURISMO

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STORIA DI SAN BENEDETTO DA NORCIA
 
Categoria: Beni culturali immateriali » Santi e filosofi

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Cassino, Vallemaio, Sant'Ambrogio sul Garigliano, San Giorgio a Liri, Piedimonte San Germano, Esperia, Coreno Ausonio, Castelnuovo Parano, Ausonia, Villa Santa Lucia

2897.jpgBenedetto nacque nella piccola città di Norcia verso il 480 d.C., nel periodo storico in cui era formalmente finito l'Impero Romano d'occidente con la deposizione dell'ultimo imperatore Romolo Augustolo.
Studente a Roma per lo stato di grave decadenza in cui questa versava il giovane Benedetto fuggì via inorridito ritirandosi nel silenzio e nella preghiera nei boschi dell'alta valle dell'Aniene, ai confini tra il Lazio e l'Abruzzo.
Una comunità di monaci di Vicovaro lo volle come abate, ma l'esperimento fu un fallimento: ben presto quei monaci, preoccupati per l'eccessiva austerità e disciplina di Benedetto, tentarono di avvelenarlo.
Dopo questa esperienza, egli intraprese una nuova forma di vita monastica: nella zona di Subiaco dove organizzò un gruppo di monaci, suddiviso in dodici comunità di dodici monaci: ciascuna comunità aveva un proprio superiore, mentre Benedetto conservava la direzione generale.
Alla sua regola erano ammessi giovani dell'aristocrazia romana ma anche goti e figli di schiavi, gente umile e rozza: per tutti Benedetto era il maestro nella "scuola del divino servizio" (questa è la definizione che egli dà del monastero nella sua Regola). Così Benedetto gettava le basi di una unità tra barbari e latini molto profonda, perché fondata sulla fratellanza universale insegnata dal Vangelo.
Allontanatosi da Subiaco per le invidie suscitate nel clero locale, Benedetto si diresse a Cassino, sulla cui altura fondò, nel 529, il monastero di Montecassino destinato a diventare il più celebre in Europa. Là avvenne la sua morte, tra il 543 ed il 555 d.C., in una data che l'antica tradizione ha fissato al 21 Marzo.
I suoi resti, assieme a quelli della sorella Scolastica, riposano sotto l'altare maggiore della Basilica.

Due o tre decenni dopo la sua morte i longobardi attaccarono Montecassino e vi compirono la prima delle memorabili distruzioni che scandiscono, come tappe, la storia di quell'abbazia. I monaci scampati al disastro si rifugiarono a Roma portando con sé il testo della "Regola", quasi certamente autografo di san Benedetto. Da loro stessi il papa san Gregorio Magno apprese la vita del grande santo e ce ne trasmise il racconto nel secondo libro dei suoi "Dialoghi" unica fonte storica in nostro possesso per conoscere la vita di san Benedetto…

La Regola benedettina con le sue esigenze di ordine, di stabilità, di sapiente equilibrio fra preghiera e lavoro, si impose ben presto a tutto il monachesimo occidentale e fu seguita in tutti i monasteri europei.

San Benedetto divenne così uno dei santi più popolari e venerati ed apparve a tutti come l'uomo suscitato da Dio per portare la pace là dove erano state seminate le distruzioni e la morte. Divenuto il simbolo dell'ideale monastico, fu spontaneo attribuire a lui il merito di tutto ciò che il monachesimo, compreso quello pre-benedettino e quello extra-benedettino aveva compiuto a servizio della civiltà.

Così nel 1947, Pio XII lo chiamò "Padre dell'Europa" e il 24 ottobre 1964, in coincidenza con la consacrazione della basilica di Montecassino, ricostruita dopo la distruzione della seconda guerra mondiale, Paolo VI lo proclamò "patrono d'Europa" perchè "messaggero di pace, operatore di unità, maestro di civiltà e sopratutto araldo della fede e iniziatore della vita monastica" (Breve Apostolico, Pacis Nuntius).