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COMUNE DI SANT'APOLLINARE
 
Sede legale: Piazza del Comune, Sant'Apollinare (FR), 03048 Sant'Apollinare (FR)

Santo Patrono, Sant'Apollinare

Sant'Apollinare si festeggia il 23 luglio. Il Santo, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo. Si dedicò all'opera di evangelizzazione dell'Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione. Le basiliche di Sant'Apollinare in Classe e Sant'Apollinare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell'area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell'attuale Cattedrale cittadina. Sant'Apollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell'intera regione Emilia-Romagna.

Apollinare fu nominato 14° abate nell’817, succedendo all’abate Gisulfo; di origini benedettine, di grandi virtù, promosse con tenacia la disciplina monastica e, nel contempo, operò con vivace attività per incrementare i possessi del monastero ed organizzare la gestione.
Egli ricevette molte donazioni da nobili feudatari.
Visitava spesso i suoi possedimenti, controllandone l’amministrazione e, durante una di queste trasferte, arrivando sulle sponde del fiume Liri ma non disponendo di barche per attraversarlo, si fece il segno della croce e camminò sulle acque a piedi asciutti.
Accolse nel monastero Radechi conte di Conza, penitente, il quale voleva espiare le proprie colpe riguardo l’assassinio di Grimoaldo IV principe di Benevento, cosa abbastanza frequente nelle lotte intestine fra i feudatari dell’epoca.

Il Santo morì il 27 novembre 828 e venne sepolto nell’abbazia; l’abate Desiderio e lo storico Leone Marsicano raccontano che Bassacio, insieme a dei monaci, mentre pregava per l'imminente assalto dei Saraceni, ebbe in sogno Apollinare che lo rassicurò in nome di s. Benedetto. Infatti, durante la notte un violento temporale fece straripare il fiume Liri ed i saraceni, che non avevano barche, rinunciarono in un primo momento alla distruzione dell’abbazia.

Nel 1058, l’abate Desiderio fece esumare le spoglie del Santo e le sistemò nella chiesa di S. Giovanni Battista, componendo egli stesso un epitaffio in versi; ancora, nel 1952, dopo la ricostruzione dell’abbazia seguita alla distruzione della II guerra mondiale, fu trasferito nella cappella eretta in suo onore ed affrescata da Luca Giordano nel sec. XVII, luogo scampato alla rovina.