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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
CASTELLO DI SUIO A CASTELFORTE
 
Categoria: Beni culturali materiali » Castelli

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Castelforte

Storia del Castello

La data della sua edificazione non è rintracciabile su documenti ufficiali, ma si deve desumere, dagli avvenimenti succedutesi, nel X secolo.
E’ da ritenersi, quindi, che la sua costruzione fosse stata commissionata da Giovanni III, duca di Gaeta, dopo la sua brillante partecipazione all’impresa guerresca, organizzata da papa Giovanni X per cacciare i Saraceni dal loro insediamento nella piana del Garigliano. La battaglia è datata 915. L’edificazione del castello, pertanto potrebbe essere avvenuta nel 935.
All’inizio dell’XI secolo Catrum Suji era già un castello abitato, magnificamente pronto a svolgere la sua funzione di controllo e difesa, contro eventuali attacchi esterni, con autonomia amministrativa grazie all'Universitas  Civium, in esso organizzata.
Il possesso era esercitato da alcune famiglie, di presunta e modesta aristocrazia locale, che vi si installarono come “Conti di Suio”. Questi, con prestigio e forza economica, vantarono il diritto, per alcuni anni, trasmettendolo con l'eredità del casato dal padre al maggiore dei figli.
Nel 1078, in virtù di una donazione, fatta dai Conti al Monastero di Montecassino, l’insediamento entrava a far parte della Terra di San Benedetto, grande polo religioso-politico-culturale del Medioevo che controllava il territorio avvalendosi di tre sistemi di governo: Curtis, Castrum e Universitas Civium. Nel caso specifico fu adottata il terzo, perché trattandosi di un Castello consolidato poteva far valere i propri diritti nei confronti della stessa. L'abate Desiderio, riconoscendo ad esso il potere di amministrare e di scegliere amministratori del suo territorio, gli concedeva la Carta Privilegium e lo dotava di un giudice e di un rappresentante dell'abate, denominato viceconte. Successivamente, fu dato in feudo, la prima volta alla famiglia Dell’Aquila, che aveva il dominio del Contado di Fondi, nel quale ricadeva anche Suio, e poi, come una meteora nel firmamento dell’universo feudale, passò da un signore all’altro (Pignatelli, Colonna, Gonzaga, Carafa), formando oggetto di compravendite e ristrutturazioni. Data la sua particolare posizione strategica, nel corso dei secoli, ha rivestito un ruolo determinante nelle numerose battaglie che qui si sono svolte. Merita menzione quella del 29 dicembre 1503 combattuta, proprio ai piedi di questo Castello per la spartizione del Regno di Napoli, tra l’esercito spagnolo, guidato da Gonzalo Fernandez De Cordoba e quello francese comandato da Ludovico II, marchese di Saluzzo. Nel 1500 il Re di Francia, Luigi XII e Ferdinando II di Spagna avevano sottoscritto un patto segreto, con il beneplacito del Papa Alessandro VI: Il Trattato di Granada, avente ad oggetto la divisione del suddetto Regno. Federico I di Napoli all’oscuro dell’accordo, durante l’invasione francese, chiese aiuto alla Spagna. Il Re, accortosi troppo tardi dell’inganno, cercò di trattare la resa, ma i Francesi erano, ormai, entrati in  Napoli ed occupato tutto il territorio del fiume Garigliano, e quindi anche il Castello di Suio. Gli Spagnoli, che erano sulla sponda sinistra, cercavano di attraversare il fiume,  gettando su di esso un ponte, costruito con botti e barche nel castello di Mondragone, in modo da risalire il colle e assalire, a sorpresa , le truppe francesi. Queste, prese alla sprovvista, fuggirono verso Castelforte, da cui la ritirata a Gaeta. L’esercito spagnolo continuò, tuttavia, ad avanzare, costringendo i Francesi ad arrendersi ed a consegnare tutto il meridione d’Italia  firmando la pace di Blois.
Nel 1808 il Castello perse, purtroppo, per mancanza di popolazione, la sua privilegiata posizione amministrativa come Università autonoma. Spopolato, declassato ed aggregato a Castelforte, centro che si andava ampliando, vide, improvvisamente,il suo splendore offuscarsi. Gli anni che seguirono non restituirono ad esso il suo antico prestigio. Una grave epidemia, causata da aria malsana e maleodorante, colpì la popolazione che fu costretta, ancora una volta, ad abbandonare il suo piccolo borgo come  nel 1329, durante il regno di Roberto D’Angiò. Con l’abolizione del sistema feudale, nel 1806, passò alla Regia Corte e affidato, fino al 1861, al distretto e ducato di Traetto, circondario di Gaeta. Con l’Unità d’Italia incorporato nel Regno d’Italia. Nel 1944-45 il Castello accentra su di sé, nuovo interesse. Durante la risalita delle truppe alleate verso Roma, fu, infatti, teatro di combattimenti, che decisero la sorte dell’esercito tedesco. La guerra, in queste propaggini del Lazio meridionale, non è stata clemente ed anche Suio, praticamente sulla Linea Gustav, ha pagato il proprio tributo di distruzione, di sangue, di sacrificio e di sofferenza alla sua follia, cieca ed  irrazionale. I danni arrecati alla fortezza furono notevoli ed ancora oggi il Comune di Castelforte, attuale proprietario del Bene, è impegnato, avvalendosi della collaborazione dello Stato, della Regione e della Provincia, nel suo recupero affinché sia esso strumento di crescita morale, civile, economica e sociale della Comunità.