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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO
 
Categoria: Beni culturali materiali » Chiese

Località interessate

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Santi Cosma e Damiano

Curiosita'

La chiesa all’esterno presenta due rampe di scale. Una vecchia tradizione vuole che le donne salissero dal lato destro facendo il loro ingresso in chiesa dal portale centrale, mentre gli uomini utilizzavano l’altra rampa e il portale che si trova sullo stesso lato. In un epoca non lontanissima il sacerdote dava le spalle ai fedeli, alle donne  era riservata la navata centrale e durante la funzione si coprivano il capo con velo o un fazzoletto, mentre gli uomini si posizionavano all’interno della navata sinistra rigorosamente in piedi.
I rintocchi della campana scandivano anche allora il passare del tempo, anzi ne esistevano di due generi: al mattino, a mezzogiorno e alla sera si udiva il suono della campanella, al pomeriggio con 33 colpi di battaglio si annunciava l’arrivo della sera detto in dialetto “vintinora”.

 


Il miracolo della fede: E’ il 7 dicembre 1943, ormai in paese non è rimasto più nessuno, intere famiglie sfollate in montagna in attesa che il suolo natio venga liberato dall’invasore tedesco. In località “Pozzari” si sfrutta ogni anfratto a mo di riparo, grotte e pagliai un tempo rifugio dei pastori ora accolgono questi disperati: tra i molti Antonietta Di Pastena e la sua famiglia. La ragazza, allora quattordicenne, quella mattina si è svegliata con un evidente gonfiore in prossimità della gola che le impedisce di deglutire e quasi di respirare accompagnato da febbre altissima.
La madre terrorizzata all’idea di dover perdere un’altra figlia (due figli maschi circa un mese prima erano stati catturati e deportati in Germania) decide di rivolgersi al dottore Salvatore Mattei, che è tra gli sfollati: la sentenza è implacabile, bisogna prepararsi al peggio. Pasqualina, questo è il nome  della madre di Antonietta, è ormai preda della disperazione quando le si avvicina sua cognata e le offre la “penna di san Cosma”. Era tradizione a quel tempo richiedere in prestito una delle palme che le statue dei santi tenevano nella mano per poi poggiarla sul luogo del corpo dove si manifestava la malattia, le virtù taumaturgiche di tale reliquia avrebbero fatto il resto; a guarigione avvenuta si restituiva alla chiesa la “penna” pregando il parroco di celebrare una messa di ringraziamento. Pasqualina si affida quindi all’intercessione dei santi medici, per tutta la notte lascia la palma a contatto della gola della sua bimba e prega ripetendo incessantemente:”Santo Cosemo e santo Damiano, i’ la meteco e tu la sani” (“San Cosma e San Damiano, io la medico e tu la guarisci”). La mattina dopo il gonfiore e la febbre erano completamente scomparsi, nella gioia generale si gridò al miracolo! (da una testimonianza resa dalla sorella di Antonietta ad Almerindo Ruggiero)