Canali d'accesso. Menu Canali d'accesso terminato.

Ultime news

INFORMAZIONE | 06/01/2023:
Alta Formazione finanziata da Torno Subito
INFORMAZIONE | 14/12/2022:
Nasce la DMO Terra dei Cammini ETS
INFORMAZIONE | 12/12/2022:
Avviso Regione Lazio per Fiere 2023
INFORMAZIONE | 09/12/2022:
La DMO Terra dei Cammini viene finanziata
INFORMAZIONE | 02/02/2022:
Avviso Destination Management Organization

Cerca



Sei in: Home » Cultura » Scheda cultura » Pagina web

TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
MONASTERO DI SANT'ONOFRIO A CAMPODIMELE
 
Categoria: Beni culturali materiali » I Monasteri

Località interessate

Provincia di Latina visualizza / nascondi tutte le località
Campodimele

L'Abate Desiderio

L’Abate Desiderio è discendente da una famiglia ducale beneventana, fu abate di Monte Cassino dal 1058: la sua celebrità lo portò ai fastigi della cattedra di San Pietro, con il nome Vittore III, il 24 maggio 1086. Morì il 16 settembre 1087: un brevissimo pontificato, durante il quale Desiderio fu ardente esecutore del testamento spirituale di Gregorio VII, esule a Salerno. Il suo pontificato si collocò tra due grandi figure storiche: Gregorio VII e Urbano II, il Papa delle crociate.

Desiderio, pur essendo divenuto massima guida spirituale della Chiesa cattolica, restò abate di Monte Cassino fino agli ultimi tre giorni della sua vita: in punto di morte, poi, minacciò di scomunica chiunque dei suoi successori o dei suoi monaci avesse osato vendere o alienare i beni dell’abbazia, testimoniando con ciò il profondo legame che aveva con essa.

La preoccupazione di Desiderio si rivolse agli interessi materiali di Monte Cassino, soprattutto all’ingrandimento della <<terra di S. Benedetto>>, conseguito mediante accordi o donazioni, e al perseguimento di un grandioso programma di costruzioni monastiche: basti pensare che egli fece di Monte Cassino un’abbazia di circa 200 monaci.

Con la costruzione dei vari monasteri, l’abate andava alla ricerca di vari modelli di vita cristiana, che seguissero gli esempi passati.

Con la sua politica, Desiderio fu realmente fondatore e costruttore di un’età aurea di vita monastica, quale Monte Cassino mai aveva conosciuto, né mai più conobbe.

La Terra Sancti Benedicti ebbe possedimenti anche al di fuori dei propri confini: alcune fonti dell’epoca indicano far parte del suo patrimonio 47 castelli, ben 560 chiese e molti monasteri.

Con grande saggezza, Desiderio, cercò accordi con i turbolenti vicini, tra i quali i più importanti erano i Conti di Aquino, Venafro, Teano e Comino, volendo sfruttare economicamente e difendere anche militarmente il vasto patrimonio accumulato.

Inoltre, egli dispose sui vari monasteri un controllo molto stretto, esercitato attraverso i monaci detti “preposti”, nominati dall’abate di Monte Cassino: l’ordine fu quello di “seguire la Regola come la sola maestra”.