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TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
MUSEO DELLA CIVILTA' CONTADINA VALLE DELL'ANIENE DI ROVIANO
 
Categoria: Servizi e strutture dei Beni Culturali » Musei

Località interessate


Scambio: vie, modi, prodotti

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Il mondo dei trasporti coinvolgeva sia l'ambito locale, per il trasporto ad esempio del grano dal campo all'aia, sia l'ambito allargato, per il trasporto dei prodotti, ad esempio, da smerciare a Roma o in altri paesi. Sono il bovaro e il carrettiere-mercante a gestire queste attività. La figura del mercante assumeva una specializzazione del mestiere totalmente autonoma rispetto al lavoro del contadino, per la particolare mentalità che la caretterizzava: i carrettieri avevano una profonda conoscenza degli animali da soma, cavalli, muli, potevano vantare una spiccata libertà, estranei da qualsiasi rapporto vincolato con i proprietarei terrieri. La loro diversità culturale si esprimeva anche nel vestire: fascia nera intorno alla vita, calzoni di fustagno e giacca di velluto, e in una predisposizione mentale all'individualismo che li distingueva dal resto della comunità ed era legato alla vita particolare svolta nei solitari viaggi, anche notturni, e negli occasionali incontri alle ostierie. Gli ultimi carrettieri hanno vissuto la trasformazione dei mezzi di trasporto: usarono il carretto fino alla seconda guerra mondiale, per poi abbandonarlo con l'avvento dei mezzi a motore, prima piccoli camoion, poi, in base alle risorse, autotreni. I loro figli hanno continuato la stessa attività, a testimonianza del carattere ereditario di questo mestiere, a volte mantenuto lungo vere e proprie dinastie.

 


Nella sala sono esposti, secondo modalità non convenzionali, tutti gli oggetti riferiti agli animali, la cui presenza nella società contadina era irrinunciabile sia nel lavoro che per il trasporto. Si trovano dunque: basti, selle, attrezzi del carrettiere, ferri, marchi, nasetti, scarpe ricavate dal pellame dei buoi, ganci per appendere i suini e chiodi per "accorarli". Attraverso i trasporti si garantivano gli scambi e i contatti tra le varie comunità che avvenivano soprattutto in occasione delle fiere, documentati dalla proiezione fotografica. Gli animali erano anche oggetti di scambio e compravendita, così come i prodotti della terra e i lavori di artigianato. Sono esposti "caie" reti e "biunzi a scarecatora" usati per il trasporto di grano, paglia e prodotti di varia natura. Anche canestri, scope e "scupitti" di saggina venivano di frequente barattati.

 

Un prodotto di scambio molto importante era il maiale. L'importanza alimentare del maiale è documentata dal fatto che costituiva l'elemento carneo della dieta contadina della Valle. L'allevamento interessava l'ambito domestico e costituiva un ciclo lavorativo ed economico collaterale a quelli della terra, che utilizzava soprattutto il lavoro di donne e bambini. La vendita dell'animale interessava il circuito di scambio, in modo particolare le fiere di bestiame, come a Riofreddo, Gerano, Arcinazzo. L'ulteriore vendita di carni insaccate costituiva un utile introito nel periodo di primavera, in un momento di stasi produttiva della campagna.

Questa circolazione monetaria serviva all'acquisto di vestiario, scarpe, attrezzi di lavoro.

A gennaio-febbra è ancora viva la tradizione dell'uccisione del maiale, che è anche occasione festiva, durante la quale si consumano collettivamente alcune parti dell'animale. Alle prime luci dell'alba iniziano le operazioni relative all'uccisione: le fascine di legno vengono preparate per accendere i fuochi su cui vengono bruciate le setole e riscaldata l'acqua per pulire l'animale. Il maiale, oggi ucciso con la pistola, veniva tradizionalmente "accorato" con il chiodo.

Galleria fotografica

NB: Clicca su una fotografia per visualizzarla in dimensioni reali.