La chitarra battente è una chitarra particolare di origine colta ( la sua prima apparizione risale al XVI sec.) adottato soprattutto in Calabria e qui modificato negli ambienti agro-pastorali. E’ più alta delle normali chitarre ed ha la cassa bombata e una forma particolare che ci ricorda un 8 allungato. La cassa è, appunto, bombata e formata da fasce alte di legno scuro intercalate da sottili strati di legno chiaro; nel centro della tavola armonica, sulla quale è collocato un ponticello molto basso con la funzione di tenere le corde molto vicine alla tavola stessa, vi è una “buca”, foro di risonanza, coperta da una rosetta cilindrica a scopo decorativo. La
tastiera non supera mai i 12 tasti. Lo strumento ha solo corde alte: le 5 corde sono metalliche e spesso, per aumentarne la sonorità, vengono raddoppiate. L’accordatura è molto particolare e quella più usata è la seguente: 1° corda:MI; 2° corda:SI; 3° corda SOL; 4° corda RE; 5° corda: LA. Nell’ambito più propriamente popolare la troviamo anche con 4 corde singole, manca il SOL, ed in alcuni casi con una 5° corda che funge da bordone fisso. L’utilizzo dello strumento è stato sempre di accompagnamento al canto. Il suo timbro caratteristico dall’andamento Ritmico-armonico è ideale per accompagnare qualsiasi genere popolare: ballate medievali, canti d’amore in dialetto, canti di protesta popolare, stornellate, serenate. Esiste anche un vastissimo repertorio strumentale in cui alla chitarra battente si aggiungono altri strumenti tipicamente popolari come la fisarmonica, la ciaramella, la zampogna, il tamburello. Si suona sfregando e colpendo con le dita della mano destra, senza assolutamente usare il plettro, le corde poste sulla cassa armonica, ciò produce un effetto armonico-percussivo detto “ribunnu”( rimbombo).

Il materiale fornito è frutto delle ricerche sul campo effettuate da Roberto Cacciotti e dai componenti la Compagnia Popularia, il loro uso ed utilizzo è regolato dalle normative in merito di copyright (L. n° 633 del 22/04/1941).