TURISMO
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La via Micaelica - Il culto dell'Arcangelo Michele
Il culto Micaelico si sviluppò presso i Longobardi dopo la conversione al cattolicesimo del popolo germanico, avvenuta dopo il loro stanziamento in Italia (568) e completata durante il regno di Cuniperto (688-700). I Longobardi riservarono una particolare venerazione all'arcangelo Michele, al quale attribuirono le virtù guerriere un tempo adorate nel dio germanico Odino. Il culto micaelico, difatti, partì dall'Oriente bizantino e si insediò nell'Occidente latino soprattutto grazie al santuario garganico, che fu legato a vari protettori: Bizantini, Longobardi (dei quali l'arcangelo divenne il patrono nazionale), Normanni, Svevi, Angioini; si costituirono altre analoghe istituzioni e strutture cultuali, poste sotto il suo patrocinio.
Il culto micaelico, così, superando la valenza religiosa, divenne un collante politico, testimoniato dal fatto che varie personalità politiche, religiose, militari abbiano nei secoli visitato la Montagna Sacra. Il santuario garganico fu importante anche per l'ampia frequentazione di pellegrini provenienti da varie parti d'Europa. Nel periodo medievale, l’Arcangelo Michele fu considerato il protettore dei pellegrini lungo il faticoso tragitto della Via Francigena; per questo la via fu anche soprannominata “Via Micaelica”.
Lungo tutto il tratto della via, è possibile ammirare l’effige dell’Arcangelo a cui furono dedicate chiese di pregio come quelle di S. Michele Arcangelo a Suio di Castelforte (Lt) e ad Ausonia (Fr).