Canali d'accesso. Menu Canali d'accesso terminato.

Ultime news

INFORMAZIONE | 06/01/2023:
Alta Formazione finanziata da Torno Subito
INFORMAZIONE | 14/12/2022:
Nasce la DMO Terra dei Cammini ETS
INFORMAZIONE | 12/12/2022:
Avviso Regione Lazio per Fiere 2023
INFORMAZIONE | 09/12/2022:
La DMO Terra dei Cammini viene finanziata
INFORMAZIONE | 02/02/2022:
Avviso Destination Management Organization

Cerca



Sei in: Home » Cultura » Scheda cultura » Pagina web

TURISMO

Informazioni culturali del territorio


 
IL BORGO DI VICO NEL LAZIO
 
Categoria: Beni culturali materiali » I Borghi

Località interessate

Provincia di Frosinone visualizza / nascondi tutte le località
Vico nel Lazio

Passeggiata nel borgo

6325.jpg

 Per via G.Marconi si entra nel vivo del borgo medievale. Vi si respira l’aria di un tempo, tutto  è da ammirare:le vie sono corridoi espositivi,le facciate delle case quadri da ammirare,un museo all’aperto con tetti,case antiche,un profferlo,qualche pietra con incise parole latine mutile non decifrabili riutilizzate chissà quante volte nei portali. Così nel cuore di un meandro di vicoli caratteristici,dove si possono osservare architravi,archi a sesto acuto,stipiti elaborati con tecnica progredita,un capitello a bocciolo,una finestra traforata,antiche murature costituite da bozze lapidee di dimensioni medie in prevalenza tendente al prisma di base quadrangolare,messi in opera con poca malta in filari regolarizzati con zeppe orizzontali, si erge, quasi per incanto,descrivendo uno splendido effetto scenografico,una solenne,maestosa,imponente costruzione gotica,delimitata da via Rotonda,una via con il toponimo derivato da una rotonda disegnata dalla stessa via,via G. Marconi e via Nazionale: è il Palazzo del Governatore,già prestigiosa sede del Comune,che attira immediatamente lo sguardo del visitatore per la complessità strutturale,l’inconsueta volumetria,la forma poligonale,e un originale angolo acuto tirato a piombo nel lato nord est. E’ probabile che qui  fosse la residenza del vicario papale presente a Vico nel secolo XIV secolo; oggi sede del Museo della Pace del prof. Bianchi,dedicato a Galileo Galilei,aula consiliare e biblioteca. Si scendono alcuni gradini e per una stradina stretta che si incunea tra fabbricati ad un piano,è questo il momento dove direttamente affiora la cifra contadina del paese,ci portiamo,passando per la chiesina di San Rocco a piazza Garibaldi,per i vicalotti ancora e sempre piazza San Martino.Tant’è che la nuova toponomastica post-unitaria,di stile burocratico-piemontese,non è riuscita a cancellare dalla memoria della gente di Vico gli antichi nomi delle piazze e delle vie.

In sagrestia si può ammirare un quadro del pittore romano Giovanni Capranesi, raffigurante Cristo in croce; vi è anche una preziosa Madonna lignea con bambino databile a cavallo dei secoli XII-XIII , di stile romanico con influssi bizantini, scolpita in legno di pioppo, del genere populus alba  alta 123 cm. Restaurata nel dopoguerra,è stata presentata alla mostra della Ricostruzione Nazionale del 1950 a Palazzo Venezia in Roma.Nella primavera del 1975 è stata esposta alla mostra  “ Pulchra Ornamenta Ecclesiae” in Castel Sant’ Angelo  in Roma,in previsione del Giubileo del 2000.

Ci portiamo in via Vittorio Emanuele salendo per la stradina che sbocca nel bar della zona. All’inizio della nuova strada,lato destro, possiamo notare sull’architrave del portale della prima casa a civico n°167, la scritta scalpellata  Io. Thomas Iacobellus. Iud.  Che si scioglie in Giovanni Tommaso Jacobelli, dottore nel diritto canonico e nel diritto civile,cioè giudice. Saliamo ancora per pochi metri e a destra, senza un giusto richiamo,osserviamo al civico n° 1 ,l’attuale sede del municipio. Una bella salita,sempre sulla via V. Emanuele,ci fa apprezzare alcune testimonianze medievali nell’edificio al civico n°37: avanzi di murature ed archi gotici e una porta archiacuta di bella fattura al civico n°45.

Su un tracciato ovale di trecento metri di asse maggiore e 250 m circa di asse minore si registrano mura castellane in pietra calcarea con faccia piana, intervallate da 25 torri rettangolari con merlatura guelfa e tre porte di ingresso. Le mura nascono sulla basa di progetti studiati nel dettaglio e secondo criteri edificatori perfettamente rispondenti alle caratteristiche topografiche del borgo. Il circuito muriata una stessa curva di livello. L’estensione delle mura era dovuta alla necessità di abbracciare l’intero dorso della collina. La tessitura del parametro murario presenta,organizzate in filari rettangolari, pietre squadarte di circa 30,40 cm ancora maggiori e meglio lavorate nei tratti degli angoli delle torri. Le torri a pianta ario è stato costruito con intento difensivo ben preciso e in un arcco di tempo non molto ampio.Dalla’analisi estimativa della lavorazione e dei tempi necassari alla costruzione di un metro cubo di muro la cinte muraria potrebbe essere stata ultimata entro circa due anni e mezzo. Si cammina in pratica dove un tempo,massi affioranti impedivano il passaggio non solo ai pedoni e dove, come attestano vari documenti, venivano stipulati patti importanti tra le comunità vicine. Le mura castellane di Vico, è bene ricordarlo, sono catalogate come beni monumentali di notevole interesse artistico e storico secondo la legge 1.6.1939, n. 1089, modificata con legge 1 marzo 1975, n. 44, concernente Tutela delle cose di interesse artistico e storico,ma anche beni di primaria importanza regionale dal punto di vista turistico e urbanistico, inoltre nella carta delle classificazioni delle aree ai fini della tutela paesistica il centro storico di Vico risulta come area di tutela specifica.L’itinerario consente di cogliere bene la forma ovata del circuito murario che si adegua alla forma tondeggiante della collina, 721 m.s.l.m., seguendo con approssimazione stiracchquadrata sono scudate ossia prive del lato verso l’interno, hanno perso quasi ovunque,ove presenti, le protezioni superioriTetti, solai,volte, soggette agli attacchi degli eventi atmosferici, esse sono distribuite ad intervalli irregolari  di m.9.00 e di m. 50.70. Da ricordare come la distanza canonica doveva aggirarsi tra i m. 30.00 3 i m. 60.00, lunghezza che corrispondeva alla portata di archi e balestre manovrate dai difensori che effettuavano il tiro di fiancheggiamento, favorito dall’aggetto delle torri e che le torri stesse poi dovevano essere alte oltre i m. 10.00,cioè dovevano superare la misura di due scale sovrapposte.

Le mura hanno uno spessore di cm. 100/120 alla base e di circa cm 60 in sommità.Facendo una passeggiata  ci si trova un po’ nella condizione visiva degli assediati. Si può far risalire la cpstruzione della cinta difensiva di Vico nel Lazio al XII-XIII secolo.